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Esplorando l’Umbria, 9 borghi della Valnerina da scoprire a primavera

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Borghi Valnerina
24/01/2025 Tempo di lettura: 6 min.

Perdersi per ritrovarsi. Scoprire per riscoprirsi. La stagione dei mille colori – e delle mille emozioni- è appena iniziata. Perchè scegliere la Valnerina per un break primaverile indimenticabile? Ecco 9 borghi che ti consigliamo di visitare per un weekend dal sapore di Umbria.

Vallo di Nera, un castello all’orizzonte

Vallo di Nera è un libero castello fondato grazie ad una concessione della città di Spoleto nel 1217, nei pressi di un insediamento feudale preesistente, denominato Flezano, eretto sopra un colle posto a dominio della vallata. Lo stemma attuale raffigura tre castelli riuniti e si deve all’unione ottocentesca con le vicine fortificazioni di Meggiano e Paterno. L’impianto urbano del borgo è assai compatto e si sviluppa idealmente intorno alla piazza principale del castello. I suoi edifici, recentemente ristrutturati , costituiscono uno dei migliori esempi di restauro conservativo.

Riconosciuto come uno dei “Borghi più belli d’Italia, Vallo di Nera è stato recentemente insignito della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano.

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Vallo di Nera

Cascia, capitale dello Spirito e della Cristianità 

Cascia, centro di origine italica, fu un importante insediamento romano: numerose testimonianze archeologiche si trovano presso la Biblioteca Nazionale ed i Musei Vaticani. Sin dal secolo XII, Cascia fu libero comune diviso in “gaite” e “rioni”e battè moneta propria. La notorietà del borgo è legata a Santa Rita, monaca agostiniana nata nel 1381 a Roccaporena e morta nel 1447. Dell’epoca medioevale e rinascimentale si conservano ancora resti di mura, fortificazioni, porte e palazzi dislocati intorno alle principali piazze del borgo.

Decantata il tutto il mondo come capitale delle fede, Cascia è anche patria di gustose eccellenze gastronomiche: fra tutte, lo Zafferano.

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Scorcio del borgo di Cascia

Poggiodomo, il comune più piccolo dell’Umbria

Poggiodomo è uno dei comuni più piccoli d’Italia ed il più alto in quota della Valnerina. Il centro storico è costituito da un castello fondato nel XIII secolo, tipico degli insediamenti eretti su speroni rocciosi. Particolarmente interessante in questo comune è la frazione di Usigni, luogo di nascita del Cardinale Fausto Poli, uno dei personaggi italiani emergenti del primo Seicento. La presenza di questo prelato fu decisiva per queste zone: costui, infatti, è stato convinto promotore del culto di Santa Rita da Cascia.

Il toponimo “Poggiodomo” deriva dal latino “podion” (pedana), a sottolineare la posizione rialzata dell’abitato rispetto alla valle.

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Scorcio di Poggiodomo

Cerreto di Spoleto, dove nascono gli illuministi

Cerreto di Spoleto è un castello di origine medioevale, sorto su un insediamento preesistente eretto in corrispondenza del colle di San Sebastiano. Il suo nome deriva dalla presenza di piante di cerro, presente anche nello stemma comunale. La storia del castello inizia nel secolo XII, quando si sottrae al gastaldato di Ponte e si erige a libero comune. Testimonianze dello splendore rinascimentale sono i palazzetti gentilizi presenti nel centro storico, numerosi dei quali si affacciano sulla piazza principale dedicata a Giovanni Pontano, poeta ed illuminista nato a Cerreto e vissuto a Napoli presso la corte degli aragonesi.

Cerreto di Spoleto è una vera e propria oasi culinaria. A tale proposito non si può non menzionare la Trota Fario, particolarmente apprezzata anche dai palati più apprezzati.

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Cerreto di Spoleto

Preci, il borgo dei chirurghi

Preci è un castello di pendio risalente al XIII secolo. A seguito delle sue mire autonomistiche, il borgo fu distrutto per ben due volte nel corso della sua storia. La definitiva pacificazione con Norcia, acerrima nemica di Preci, permise il restauro del castello e coincise con il fiorire della celebre scuola chirurgica preciana. Basti pensare a Durante Scacchi, medico che operò di cataratta la Regina Elisabetta I d’Inghilterra. I chirurgi di Preci erano soliti tramandarsi l’arte di padre in figlio ed erano famosi in tutta Europa. Le numerose famiglie di medici contribuirono, con le loro residenze, a dare carattere signorile al borgo, che conserva resti medioevali delle due antiche porte d’accesso.

Il borgo di Preci è particolarmente apprezzato anche dagli amanti della natura, facendo parte del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

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Borgo di Preci

Monteleone di Spoleto, il guardiano della Valnerina

Monteleone di Spoleto vanta un area archeologica grande rilevanza: a tale proposito è doveroso menzionare il ritrovamento, in località Colle del Capitano, di una biga etrusca di immenso valore oggi conservata al Metropolitan Museum di New York. Particolarmente suggestivo è il centro storico del borgo, ricco di palazzi gentilizi i quali ben esprimono la notevole importanza che il castello raggiunse nel Rinascimento. L’abitato è in gran parte cinto da mura, torri e fortificazioni, a cui si accede ancora dalle porte medioevali.

Monteleone di Spoleto è conosciuto anche come “Leone degli Appennini”, per la sua posizione arroccata che sottolinea la funzione difensiva e strategica dell’abitato.

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Monteleone di Spoleto

Sant’Anatolia di Narco, la Porta della Valnerina

Sant’Anatolia di Narco è un castello medioevale sorto su un insediamento preesistente di cui non restano tracce, ad eccezione di quelle relative ad una necropoli del IV secolo avanti Cristo. Il suo nome si deve ad Anatolia, giovane donna aristocratica martirizzata nel 253 a Tora (provincia di Rieti) per il suo credo. L’impianto urbanistico è di tipo composito, a pianta quadrata e con sommità pianeggiante. Tra le vestigia medioevali del borgo vanno menzionati alcuni tratti della cerchia muraria, torrioni ed una porta di accesso.Sant’Anatolia di Narco è il primo borgo che si incontra entrando in Valnerina da Spoleto.

Per chi ama la tradizione ed i mestieri di una volta, Sant’Anatolia di Narco è la cornice ideale per un weekend alla scoperta del passato: assolutamente da scoprire è il Museo della Canapa.

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Sant’Anatolia di Narco

Norcia, la Città di San Benedetto

La città sabina di Norcia si trova nella parte più montuosa e pittoresca dell’Umbria, nell’area del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Il borgo conserva ancora oggi ricche testimonianze del suo passato romano e medioevale, a cominciare dalle mura di cinta dalla caratteristiche forma a cuore. Conosciuta come Patria di San Benedetto, patrono d’Europa, Norcia è meta indiscussa di chi ama il contatto con la natura incontaminata, lo sport ed il divertimento outdoor. Famosa per la “norcineria”, la nobile arte della lavorazione del suino, il borgo è infatti uno dei paradisi gastronomici più ricchi e ricercati della Valnerina.

Norcia è assai rinomata anche la vicinanza a Castelluccio, uno dei luoghi più iconici della verde Umbria.

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Norcia

Scheggino, un balcone sul Nera

Scheggino è un castello di pendio di forma triangolare, con in cime un cassero e torre di avvistamento. Il suo nome deriva probabilmente dalla tipologia del terreno su cui è sorto, ricco di rocce a forma di schegge. Nell’abitato, si possono individuare: la parte più antica detta “Capo la terra” (poichè posta in alto) ed il borgo vero e proprio sviluppatosi lungo un canale artificiale che attraversa tutto l’abitato. Tra le vestigia medioevali, sono ancora visibili la cerchia muraria, la torre di vedetta, le porte e numerosi baluardi di fortificazione.

Chi visita Scheggino non può non avventurarsi alla scoperta dei vicoli che attraversano il borgo della Valnerina.

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Scheggino

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