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5 cose da vedere in Umbria
Tempo di lettura: 3 minuti

Cuore dell’Italia Centrale, l’Umbria è una destinazione da non perdere per le cittadine medievali in cima alle colline, i folti boschi e il ricco patrimonio di arte religiosa e non solo

Posta al centro della Penisola e priva di sbocchi sul mare, l’Umbria è definita il “cuore verde d’Italia” per la sua natura incontaminata. Il suo paesaggio varia dalle dolci colline ricoperte di vigneti che richiamano antichi panorami rinascimentali a distese di boschi selvaggi che sembrano usciti da un affresco medievale e, noi, vi suggeriamo almeno 5 cose da vedere in Umbria.

Nei centri urbani di questa regione, il tempo sembra essersi fermato ad un’epoca in cui tutto era a dimensione d’uomo e persino le città più grandi dell’Umbria come Gubbio o Perugia conservano un ritmo lento e rilassante.

Per questi motivi e per molti altri ancora, il “cuore d’Italia” è un territorio fantastico che vale la pena visitare almeno una volta. Per esprimere in sintesi l’essenza di questa regione, ecco 5 attrazioni selezionate tra luoghi d’interesse più conosciuti dell’Umbria e altre destinazioni meno note.

Quali sono le 5 cose da vedere in Umbria?

Basilica di San Domenico a Perugia

Tra gli edifici religiosi più grandi dell’Umbria, la Chiesa di San Domenico è un misto di stili su cui predomina quello gotico. Il primo impianto viene edificato all’incirca a metà del 1200 dove oggi si trova il chiostro maggiore.  All’interno colpisce la variopinta vetrata absidale, costruita nel 1411 e alta 23 metri. Tra le opere ancora oggi conservate, spicca il monumento funebre di papa Benedetto XI, del XIV secolo. Dalla Basilica di San Domenico proviene anche il Polittico Guidalotti del pittore Beato Angelico: conosciuto anche come Pala di Perugia, oggi è conservato tra la Galleria Nazionale dell’Umbria e i Musei Vaticani.

Musei della Fondazione Burri a Città di Castello

Il cosiddetto “Polo Burri”, a Città di Castello, è il più grande museo al mondo dedicato ad un singolo artista. Riconosciuto come uno dei maggiori pittori italiani dell’arte contemporanea, Alberto Burri è considerato un avanguardista dell’arte povera, grazie all’utilizzo di materiali di recupero per la realizzazione dei suoi dipinti materici. La collezione dell’artista è divisa tra gli Ex Seccatoi del Tabacco, nella prima periferia della città, e i locali di Palazzo Albizzini. Il primo è un mirabile esempio di archeologia industriale, il secondo è una testimonianza di architettura rinascimentale fiorentina, risalente alla seconda metà del XV secolo.

Chiesa di San Paolo Apostolo a Foligno

Progettata dallo Studio Fuksas e portata a termine nel 2009, dopo 8 anni dalla progettazione, rappresenta simbolicamente un atto di rinascita del territorio a seguito del terremoto che nel 1997 devastò parte dell’Umbria. L’edificio sorge infatti in via del Roccolo che aveva precedentemente ospitato un campo sfollati ed è stato pensato come un massiccio parallelepipedo in cemento armato per trasmettere un’idea di forza e stabilità in opposizione alla distruzione causata dal sisma.

Basilica di San Francesco ad Assisi

Entrata a far parte dei siti riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, è articolata in due chiese disposte una sopra l’altra e definite per questo Basilica Inferiore e Basilica Superiore. La prima, la più antica, risale al 1228 e contiene una cripta in cui è conservato, sulla nuda roccia, il sarcofago con le spoglie del Santo Patrono d’Italia. La seconda è realizzata in stile gotico, con linee semplici ed essenziali su cui spicca come un ricamo il rosone al centro della facciata. All’interno, sono custoditi il ciclo di affreschi “Storie di San Francesco”, presumibilmente ad opera di Giotto, e da una Maestà dipinta da Cimabue.

Torri di Properzio a Spello

Caratterizzate da una massiccia mole, le Torri di Properzio sorgono ai lati di Porta Venere, una delle sei entrate che danno accesso alla città. La porta, scolpita in travertino, è di epoca romana mentre si ritiene che le due torri siano di stampo medievale. Leggenda narra che, in una cella posta all’ultimo piano, abbiano ospitato il paladino Orlando, compagno d’arme di Carlo Magno e protagonista di un celebre poema di Ludovico Ariosto. Il complesso fa parte di un percorso lungo quasi 2 km che rappresenta una delle cinte murarie di epoca augustea meglio conservate del nostro Paese.

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