
Il Santuario di Santa Maria della Foresta, noto più comunemente come La Foresta di San Francesco, è uno dei quattro luoghi sacri testimoni del passaggio di San Francesco d’Assisi nel territorio reatino. Gli altri sono quelli di Poggio Bustone, del Greccio e di Fonte Colombo.
San Francesco e il miracolo dell’uva
Era l’estate del 1225, quando il Cardinale Ugolino esortò Francesco a raggiungere Rieti, in occasione della visita di Onorio III, accompagnato dai membri e dai medici di corte. Qui il Poverello avrebbe potuto curarsi e operarsi per sconfiggere la malattia che aveva colpito in modo grave i suoi occhi. Francesco lasciò Assisi in compagnia di 4 fratelli: Bernardo, Angelo, Masseo e Leone.
Per sfuggire ai festeggiamenti organizzati in suo onore dai reatini, il frate alloggiò in un’abitazione nei pressi della vigna attigua alla Chiesa di San Fabiano.
I fedeli, però, raggiunsero anche questo luogo, devastando la vigna, unica fonte di sostentamento del prete che officiava la Chiesetta. Fu proprio in tale occasione che Francesco promise al prete un raccolto abbondante, compiendo il miracolo dell’uva: nel periodo della vendemmia, infatti, i pochi grappoli rimasti riuscirono a produrre moltissimo vino.
Non è questo l’unico evento relativo alla vita del Santo di Assisi, collegato al Santuario della Foresta. Gli studiosi, infatti, ipotizzano che il luogo avesse ispirato Francesco nella stesura de Il Cantico delle Creature, il celebre testo che esprime lo spirito francescano.
La Foresta di San Francesco: il santuario che parla di San Francesco
Nel 1232, Il Cardinale Ugolino, diventato Papa Gregorio IX, consacrò nel luogo una nuova chiesa dedicata a Santa Maria, separata da quella di San Fabiano. All’interno della basilica sono presenti i resti di alcuni affreschi risalenti al XV secolo, mentre sulla pala dell’altare si può ammirare una piccola statua del XVII secolo, raffigurante la Madonna Bambina.
La porta centrale, presente nell’atrio, permette l’accesso alla domus e al chiostro del XV secolo, edificato su pilastri ottagonali con il tradizionale pozzo centrale, circondato da aiuole.
Lungo le mura del santuario è possibile ammirare delle maioliche di scuola napoletana risalenti al XVIII secolo, che raffigurano le stazioni della Via Crucis. Queste ceramiche smaltate, provenienti dal Convento di San Bonaventura, furono benedette da San Leonardo da Porto Maurizio, nel 1735.
Nell’atrio si possono osservare le immagini del Cantico delle Creature dipinte su alcune vetrate colorate. Sul lato destro, invece, c’è il portale della vecchia chiesa di San Fabiano, dove sono ancora presenti interessanti dipinti risalenti al XIII E XIV secolo.
Da qui si accede alla grotta, detta Speco, dove San Francesco era solito ritirarsi in preghiera. Il santuario accoglie al suo interno la vasca del miracolo dell’uva, dove vennero pigiati i pochi grappoli dai quali sgorgò una quantità eccezionale di mosto. Seguendo un altro percorso, è possibile accedere alla vigna, menzionata inizialmente, e all’orto di cui continuano a prendersi cura i frati del convento.
Concludiamo con alcune curiosità riguardanti gli altri tre luoghi sacri che completano il cammino di San Francesco nella valle reatina. Oltre al Santuraio de La Foresta di San Francesco, nel Santuario del Greccio fu realizzato il primo presepe nella notte di Natale del 1223, mentre in quello di Fonte Colombo è nata la Regola definitiva dell’Ordine francescano. Giungendo a Poggio Bustone, il Santo avrebbe salutato gli abitanti locali dicendo: “Buongiorno, buona gente”, saluto che viene rinnovato ancora oggi.
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